3.5.13

IDROCARBURI: SVENDOLA PUGLIA



 
foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

di Gianni Lannes

Come amava ripetere con sferzante ironia in lingua di Apricena (di cui era nativo) il grande e inimitabile cantastorie Matteo Salvatore, "Bentornati nel Sud del Sud del Sud...  La luna aggira il mondo e voi dormite". 

Meno male che il presidente della Regione Nichi Vendola, si è sempre dichiarato contro le trivelle. In realtà poi il governatore puntualmente con la sua giunta autorizza di tutto e pure di più: non sia mai opporre un rifiuto netto ad anglo-americani e canadesi. Infatti, a tutt’oggi nella terraferma pugliese - grazie ai governi Prodi-Berlusconi-Monti-Letta - anzi prevalentemente nella provincia di Foggia sono vigenti - secondo i dati del Ministero dello Sviluppo Economico - ben «14 concessioni per coltivazioni di idrocarburi, pari ad una superficie complessiva di 1.207,92 chilometri quadrati del territorio».

Dell’ultimo permesso di ricerca, denominato Posta Nuova, sempre in Capitanata, è titolare la Cygam Energy Italia S.p.A. (una costola locale della canadese Cygam Energy Inc.). Infatti, ne fa fede il decreto del direttore generale per le risorse del minerarie ed energetiche del Ministero dello Sviluppo Economico, datato 13 marzo 2013, a firma di tal Franco Terlizzese. Il testo recita: «a decorrere dal 13 novembre 2012 sono intestate dalla società Vega Oil alla società Cygam Energy Italia le quote di titolarità nei seguenti titoli minerari: permessi di ricerca Posta Nuova».

La vasta area agricola nel cuore dell'antica Daunia - 154,55 chilometri quadrati - da sondare e poi sfondare in profondità con gli esplosivi approvati appositamente dallo stesso dicastero, ricade nei territori di Troia (a ridosso del centro urbano), Orsara, Bovino, Castelluccio dei Sauri, Carapelle ed infine Ordona. Ad un’attenta disamina salta fuori che due zone interessate al furto di idrocarburi sono addirittura limitrofe: Posta Nuova ed appunto, Masseria Montarozzo (Vega Oil). 

La Cygam Energy Inc. (alias Cigam Energy Italia S.p.A., alias Vega Oil) ha illegittimamenrte scorporato i deleteri progetti di sfruttamento in più lotti del medesimo territorio, così impedendo la doverosa valutazione di impatto ambientale.

E così tutto torna, mentre il Sud muore derubato da un secolo e mezzo delle sue risorse vitali, energie naturali ed umane.






5 commenti:

  1. buongiorno Gianni,spero tutto bene!
    Purtroppo è una guerra impari. Personalmente li paragono al cancro, e da qualche anno sono diventati più aggressivi. Mi spiace usare parole (lo faccio però prima che mettano mano o meglio il bavaglio al web...) di questo tipo, forti, perché non vorrei urtare chi lotta contro questa malattia, ma la mia mente li percepisce così. Tra l'altro il sig. sinistroide ecologico (per sé stesso) liberticida, sembra stia lavorando per rendere la Puglia una discarica di rifiuti di "un certo tipo". Per ora è solo una voce che mi è giunta, ma molto probabilmente riuscirò ad arrivare alla fonte nei prossimi giorni....vedremo se veritiera o meno.

    RispondiElimina
  2. Quando non riescono a norma di legge con la tolleranza di un popolo ammansuetito come in Italia decidono con l’arroganza e l’aggressività del potere complici le Nazioni Unite ormai defunte nei loro valori costituenti. In Siria si sta perpetrando l’ennesimo massacro per depredare del petrolio i legittimi proprietari per mano dei terroristi armati dalle potenze pacifiste! Come ci racconta Aurora sito.
    Il petrolio ora verra distribuito dai terroristi La decisione dell’Unione europea di sostituire l’embargo sulle esportazioni di energia del governo siriano con l’importazione di petrolio dell”opposizione armata’ è un’altra flagrante violazione del diritto internazionale.
    "
    È necessario, dunque riflettere sulla guerra in corso nel Levante. Quello a cui assistiamo è la distruzione del sistema statale di Westfalia e un ritorno al caos della guerra dei trent’anni del 17° secolo, ma questa volta ai confini dell’Europa, dove il principio del bellum se ipsum alet, la guerra alimenterà se stessa, viene sfruttato dalle società militari private, da narcobande, reti terroristiche e organizzazioni criminali internazionali legate, direttamente e indirettamente, agli apparati ideologici statali delle potenze atlantiche. E così, l’UCK ha addestrato l”Esercito libero siriano’, mentre il Gruppo combattente islamico libico ha anche aderito alla ‘guerra santa’ in Siria. Come nella guerra dei Trent’anni, le bande armate mercenarie si finanziano saccheggiando le economie locali e vendendo il loro bottino di contrabbando. Intere fabbriche in Siria sono state smontate e rubate dai mercenari al servizio di Turchia e Qatar, mentre il commercio di droga è ora in forte espansione come mai prima. Quando un Paese viene distrutto e ridotto in feudi ed emirati dispotici, le società occidentali si muovono con le loro imprese militari private e procedono a saccheggiare le risorse del Paese, senza essere ostacolate dalle norme e dai regolamenti dello Stato Sovrano. Le orde del terrorismo poi passano al successivo Paese sulla lista nera della NATO. Questa è la strategia del caos della NATO, una forma di guerra liquida che si sta diffondendo rapidamente in tutto il Sud del mondo.
    Data la criminalità delle compagnie petrolifere occidentali, in passato, forse non è del tutto sorprendente che oggi, sotto forma di UE, procedano apertamente all’acquisto di petrolio da organizzazioni terroristiche. Ciò che è sorprendente, tuttavia, è la morbosa spensieratezza delle popolazioni in Europa.
    Come possono esserci così tante persone “rispettabili” nei nostri media e nelle istituzioni accademiche pronte a collaborare con i mafiosi? Perché ci sono state poche manifestazioni di rilievo contro la NATO? Come è possibile che i poteri forti siano sempre autorizzati a farla franca con tale criminalità assoluta? "
    http://aurorasito.wordpress.com/2013/05/03/rubare-il-petrolio-della-siria-il-consorzio-petrolifero-ue-al-qaida/

    RispondiElimina
  3. Purtroppo, mister Svendola Puglia ha già lasciato trasformare sempre più questa terra meravigliosa ed i suoi mari, in una discarica a cielo aperto. Marcegaglia docet, ma non solo. Al peggio non vi è mai fine, in ragione dell'inerzia e della passiviità della gente!

    RispondiElimina
  4. Tra una crisi e l'altra abbiamo conosciuto un certo benessere, e purtroppo ci siamo preoccupati solo del nostro orticello. Eppur conoscevamo direttamente o indirettamente il "sistema italietta": tangenti, raccomandazioni, clientelarismo, frodi, ed evasioni fiscali, collusione mafia-stato, ecc ecc ecc. Funzionava così in misura diversa ma a quasi tutti i livelli. Oggi siamo tutti impegnati a sopravvivere...nel nostro orticello.
    E' vero che si stanno agitando un pò le acque (per disperazione di alcuni), ma è ancora poco, ci vorrebbe uno tsunami. La vedo dura.
    Come mi ripete spesso un mio collega di "Bari vecchia": "quelli ci stanno mangiando crudi!"
    come sta andando il libro? ..se ti va di parlarne giusto per capire se c'è interesse "popolare". Io sto acquistando la versione ebook e non vedo l'ora di inca...volarmi leggendolo. Intanto mi sto organizzando per partecipare ad una manifestazione di protesta a Roma che si terrà dal 21 al 30/06. Speriamo bene.

    RispondiElimina
  5. Lo tsunami lo devono provocare quelli che l'orticello ancora lo hanno..tanto fra poco ci saremo noi.........ci dobbiamo fermare con un programma coraggioso
    mi sembra che da queste parti, in questo blog ho letto qualcosa
    di serio come programma....

    RispondiElimina

Gradita firma degli utenti.