28.2.18

EOLICO 5 STELLE: LO STUPRO DELL’ADRIATICO



di Gianni Lannes

Addio alle lagune della Daunia, all’avifauna e al benthos. Ecco cosa piomberà nel Golfo di Manfredonia, area a rischio sismico soggetta notoriamente ad erosione costiera, su siti archeologici sommersi (e mai portati ufficialmente alla luce del sole), su aree a coralligeno e su praterie di Posidonia, dinanzi alle saline più grandi d’Europa, zone umide di rilievo internazionale in base alla Convenzione di Ramsar.

Ben 65 aerogeneratori tipo Vestas V112 da 3 megawatt cadauno con altezza dal mozzo pari a 90 metri, disposti su file parallele con la stazione elettrica a mare in posizione baricentrica e cavidotti dal mare alla terraferma. Una cinquantina e passa di chilometri quadrati di specchio acqueo saranno ipotecati per sempre, dove peraltro sono stati autorizzati impianti di itticoltura. Senza dire dell'impatto acustico e visivo di  strutture e infrutture industriali.

C’è anche la firma tecnica del candidato grillino al Senato Ruggiero Quarto da Barletta, scelto personalmente da Luigi Di Maio. Un progetto già bocciato dalla Regione Puglia e dal ministero dei  Beni culturali nel 2010, ma che riporta, secondo gli atti ufficiali del ministero dell’Ambiente (favorevole ad un altro scempio), il parere favorevole del comune di Manfredonia (feudo indebitato del piddì) e di Legambiente, nonché del governo tricolore che con deliberazione del consiglio dei ministri il 15 febbraio 2013 aveva riaperto la partita speculativa.



Senza contare il progetto di un altro insediamento industriale eolico off shore calato in loco dalla Germania. E dire che la Puglia vanta da un buon decennio un surplus energetico straordinario (dati ufficiali delle "rinnovabili": 43 mila impianti per 9.940 Gigawatt-ora all'anno) e non si è in grado neanche di ridistribuire in loco la corrente elettrica prodotta dalle cosiddette “rinnovabili”.


Parere ministero Ambiente numero 862 del 23 febbraio 2012


Come attestano gli atti ufficiali del ministero ambientale, nel 2013 su impulso del governo tricolore, e più recentemente nel novembre 2017 la Trevi Spa di Cesena ha presentato richiesta per una nuova concessione demaniale per la realizzazione di un impianto eolico offshore a meno di sette miglia dalla costa del Golfo di Manfredonia.
Attualmente la stessa Trevi già beneficiata anche in Puglia di impuanti eolici sulla terraferma, ha predisposto altri due progetti per la realizzazione di impianti eolici in mare, a Torre San Gennaro (Brindisi), a Chieuti (Foggia), a Lesina Marina (Foggia) e a Margherita di Savoia (Bat). Il mare pugliese si può violentare a piacimento (come del resto tutti i mari italiani con il beneplacito dell'autorità tecnica e politica, infatti fior di esperti dell'Ambiente attestano testualmente che 

"considerato che il tratto di litorale corrispondente è poco frequentato anche d'estate data la forte erosione costiera a cui è soggetto e l'esigua profondita della spiaggia".

Il parco eolico nel Golfo di Manfredonia, secondo quanto sostenuto dalle numerose associazioni del territorio e soprattutto dalla LIPU, che si sono opposte all’impianto, sarebbe causa di un “notevole inquinamento visivo” e potrebbe “far aumentare il rischio di incidenti con le imbarcazioni” con un conseguente “impatto devastante per il nostro mare”. Un impianto, quindi, che deturperebbe in maniera irreversibile il paesaggio delle coste del Gargano, pregiudicando l’avifauna.
 
L’Allegato 1 al progetto presentato dalla Trevi Energy Spa, su cui si fonda la fattibilità dello stesso, è la “Indagine Geosismica eseguita sul fondale del Golfo di Manfredonia, risultanze delle indagini e relazione di sintesi”, redatta dalla Geoprospector Srl con sede in Barletta in via Imbriani al civico13. Socio per un terzo delle quote di questa Srl, la Geoprospector, messa in liquidazione nel 2016, risulta essere il professor Ruggiero Quarto, attuale candidato al Senato nel collegio uninominale Puglia 3 per il Movimento Cinque Stelle. Il candidato Cinque Stelle, che nei suoi interventi pubblici non perde occasione per autoproclamarsi “ambientalista”, è quindi socio al 33 per cento della Geoprospector Srl, ovvero della società che si è occupata di redigere gli atti fondamentali all’ottenimento delle autorizzazioni per la realizzazione di uno dei progetti più invasivi che la nostra già martoriata regione rammenti. Come si evince dai documenti qui pubblicati, il candidato Quarto, sedicente “amico del mare e dell’ambiente”, è socio dalla Geoprospector Srl già dal 1993. Quindi nel 2007, quando l’Indagine Geosismica per il parco eolico off-shore nel Golfo di Manfredonia è stata commissionata dalla Trevi Energy Spa, l’attuale candidato del Movimento 5 Stelle al Senato era da tempo proprietario di un terzo delle quote della Geoprospector Srl. A confermare ciò, emerge anche un verbale di assemblea straordinaria datato 1997, in cui si legge chiaramente il nome di Ruggiero Quarto, “portatore di quote per complessive lire sette milioni”. Quella della Geoprospector Srl con la Trevi Energy Spa non è stata una collaborazione casuale, ma un rapporto duraturo nel tempo, come dimostra l’Allegato M dello “Studio di impatto ambientale di un impianto eolico offshore a sud di Brindisi”, redatto ancora una volta dall’azienda di cui Ruggiero Quarto è socio per il committente Trevi Energy Spa. Nel 2010 la Regione Puglia, constatando l’insufficienza del materiale fornito dalla Trevi, aveva respinto con parere negativo la richiesta di compatibilità ambientale per questo ennesimo eco-mostro.

Il professore universitario di Barletta schierato dai pentastellati nella battaglia uninominale del Senato Puglia 1, un collegio che si estende da Foggia alla Bat, passando da Barletta e Manfredonia con il movimento 5 stelle è stato candidato da Di Maio per tutelare gli interessi di chi? Del "suo" territorio, che a parole sostiene di voler difendere ma a cui nasconde una parte importante della sua attività professionale, o dell’azienda per la quale ha lavorato in passato, traendo lucro economico? Ma il candidato Quarto aveva raccontato ai Cinque Stelle (in particolare agli onorevoli che il 23 luglio 2013 avevano presentato l’interpellanza urgente 2/00155) di aver tratto vantaggi dalla collaborazione alla progettazione integrata dell’impianto eolico off-shore di Manfredonia?

Il governo eterodiretto italiano invece di bonificare l'area marina dal tappeto di bombe speciali (iprite e fosforo) affondate nel 1945 dagli alleati anglo-americani, procede con l'ennesimo stupro.

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