BIOGRAFIA

26.7.17

VACCINI E DISLESSIA



 

E' diffusa ma quasi invisibile. I più piccoli possono confondere parole e frasi, dimenticare i nomi di oggetti comuni, hanno problemi con le rime o mostrano lo sviluppo del linguaggio un pò in ritardo. Possono non avere mai gattonato, ma cominciano a camminare prima degli altri, anche se mantengono problemi nel vestirsi, mettere le scarpe ai piedi correttamente e a tenere il ritmo. A scuola, i bambini possono avere una mancanza di interesse nelle lettere e parole, hanno problemi con la lettura e l’ortografia, mettono le lettere e le cifre nel modo sbagliato, possono essere lenti nello scrivere e hanno scarsa concentrazione. Questi problemi persistono con la crescita, con difficoltà nella lettura, scrittura e abilità ortografiche che possono creare difficoltà con la propria autostima. Per tanti di loro la sofferenza non finisce mai.


Si ritiene che la dislessia sia causata dal coinvolgimento di fattori genetici ma soprattutto ambientali. In ambito internazionale, a seguito di svariati studi e numerose ricerche la dislessia è ormai correlata all’alluminio contenuto come adiuvante nei vaccini, nel cibo e nell'acqua. E ora il governo telecomandato italidiota ne vuole imporre a piccoli esseri umani indifesi e sani, addirittura un'overdose mai sperimentata prima al mondo.




I  numeri dicono ben poco sono mere statistiche che non descrivono la sofferenza. Dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia. Il ministero dell’Istruzione ha precisato nel 2016: «I Dsa sono 187mila, il 2,1% degli alunni. Cinque anni fa erano lo 0,7%». Non sono mai stati così tanti. Li hanno scoperti improvvisamente come se fossero sbarcati sulla Terra dal pianeta Marte. Sono i Dsa, i ragazzi con un disturbo specifico dell’apprendimento. Il ministero dell’Istruzione, diagnosi alla mano, ne conta - al ribasso - ufficialmente tra statali e non, di ogni ordine e grado 186.803 di cui 108.844 alunni con disturbi di dislessia, 38.028 di disgrafia, 46.979 di disortografia e 41.819 di discalculia. Eppure secondo l’Associazione italiana della dislessia sarebbero 350 mila i ragazzi che hanno questa difficoltà. Siamo di fronte ad un aumento vertiginoso di certificazioni. Lo stesso Miur ammette: «Nel corso degli ultimi anni le diagnosi di disturbo specifico di apprendimento, nelle sue varie forme, sono notevolmente aumentate; se nell’anno scolastico 2014/2015 si è registrata una percentuale di alunni con Dsa sul totale degli alunni pari al 2,1%, nell’anno scolastico 2010/2011 tale percentuale era di appena lo 0,7%». Ora per tutte le scuole valgono le stesse linee guida allegate al decreto ministeriale varato il 12 luglio 2011, in attuazione della legge numero 170/10 sui Disturbi specifici di apprendimento.


 
Dalla situazione fotografata dal ministero emerge un quadro approssimativo: i casi nell'anno scolastico 2014/2015 sono aumentati dell'1,4 per cento rispetto al 2010/2011 e oggi 2 bambini su 10 in Italia sono affetti da disturbi dell'apprendimento. Alcuni dei soggetti interessati non sono neppure consapevoli della propria condizione. Molti altri cercano di nascondere le proprie difficoltà per paura dei pregiudizi connessi alla poca conoscenza del fenomeno. Una ricerca sulla diffusione della dislessia in Italia del 2012, svolta in Friuli Venezia Giulia, rileva che su 1365 bambini di 8-10 anni solo l’1% ha diagnosi di dislessia e il 2% di Learning Disabilities (che includono dislessia, discalculia, disgrafia, disortografia), quando la stima calcolata per l’Italia è oscillante tra il 3,1 e il 3,2. In pratica, gli autori affermano che a due bambini su tre non è riconosciuta la dislessia proprio nell’età in cui essa è chiaramente espressa e identificabile.

 
A conti fatti, almeno due milioni di italiani e forse più sono affetti da dislessia, e spesso non lo sanno. La dislessia - secondo la letteratura scientifica in materia - è una difficoltà nel modo in cui il cervello elabora le parole e le sequenze di numeri. Il termine dislessia deriva dalla lingua greca antica e significa “difficoltà con le parole”. E’ un sintomo di un certo numero di disturbi di elaborazione errata delle informazioni nel cervello. Poiché ci sono così tanti diversi possibili problemi di fondo, la dislessia è difficile da definire con precisione perché colpisce i bambini in molti modi diversi. Tuttavia, il problema di base è una difficoltà di imparare a leggere e scrivere, nonostante l’insegnamento e le capacità intellettive adeguate. Non è nota con precisione la percentuale di persone affetta da dislessia, ma è stata stimata per essere dal 5 al 17 per cento della popolazione. 



Gli screening effettuati sulla popolazione scolastica in età 6-18 anni evidenziano che in Italia sono interessati da dislessia in media il 3,5 per cento dei bambini presenti in una classe. Questo fenomeno potrebbe esplodere poiché il 7 giugno 2017 è stato emanato il decreto legge 73/2017, che impone la vaccinazione forzata di 10 vaccini (esavalente e tetravalente insieme) e 4 facoltativi. I vaccini sono imbottiti peraltro proprio del tossico alluminio usato come adiuvante. Oggi chi nega l'evidenza scientifica del pericolo e del danno sicuro a neonati, bambini e adolescenti sani, al fine di garantire una sicura speculazione alle multinazionali farmaceutiche a partire dalla Glaxo Smith Kline, è soltanto un criminale o un'analfabeta funzionale al sistema di potere dominante.

riferimenti:

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