5.1.17

ALIMENTI RADIOATTIVI DALL’UCRAINA ALL’ITALIA


di Gianni Lannes

Un cancro a norma di legge europea per ogni malcapitato ed ignaro italiano. In base al «regolamento di esecuzione (ue) 2015/2405 della commissione del 18 dicembre 2015 recante apertura e modalità di gestione di contingenti tariffari dell'Unione per prodotti agricoli originari dell'Ucraina» l'Italia - grazie al beneplacito della cosca criminale dei politicanti parassitari italidioti -  è costretta ad ingurgitare merci agricole inquinate dalla radioattività, inclusi i funghi (naturali amplificatori nucleari). E’ un’imposizione decretata dal presidente della commissione europea Jean Claude Juncker, che nessun cittadino italiano o europeo ha eletto a questa carica di così ampio potere. I danni potenziali alla salute pubblica si sommano a quelli inferti alla nostra economia agricola, ormai senza più difese. Rigorosi controlli? Chi li ha visti?

   
Secondo l’ultimo rapporto di Greenpeace - “Nuclear scars: The Lasting Legacies of Chernobyl and Fukushima” - l’inquinamento nucleare dopo il disastro di Chernobyl dilaga in Ucraina e in Russia, proprio in zone ampiamente coltivate. Oltre 10.000 chilometri quadrati (1.000.000 di ettari) tra Russia, Bielorussia e Ucraina sono inutilizzabili per qualunque tipo di attività e i 10 (chilometri quadrati) attorno alla centrale lo saranno per 10.000 anni, a causa del plutonio che impregna il terreno. Eppure, in queste stesse zone coltivano grano contaminato e lo vendono a prezzi stracciati proprio da noi.

Chi controlla i controllori? Nessuno. Essi hanno potere di vita e di morte su milioni di inebetiti e disinformati europei.

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