13.5.16

PUGLIA: ADDIO TERRA FERTILE

Tavoliere di Puglia - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

Primato di terra assassinata dallo “sviluppo”. La regione più orientale d’Italia perde suolo fertile: è la peggiore nel belpaese per superfici consumate, attesta l’ultimo rapporto dell’Ispra. Basta girovagare dalla Daunia al Salento per rendersi conto dei danni provocati dall’invasione industriale di turbine eoliche e pannelli fotovoltaici a meri fini speculativi, addirittura su crinali a rischio idrogeologico e perfino aree archeologiche, nonché al seppellimento nelle aree agricole di colline di rifiuti industriali del nord.


E’ proprio la Puglia dal 2005 al 2015 sotto il regime vendoliano (padrone del partito ironia della sorte, denominato “sinistra ecologia e libertà), ed ora in salsa emiliana, in cui si registra la più alta percentuale di consumo di suolo, tra il 7 e il 9 per cento. In termini assoluti, quella di Lecce, con 33.285 ettari di terreni investiti dalla valanga di asfalto e cemento, soprattutto in riva al mare, è la provincia dove si registra la peggiore situazione. Quella di Foggia, invece, è l’ex provincia in qualche modo più “virtuosa”, con un’estensione di 21.830 ettari di suolo consumati, che comunque rappresenta il 3,1 per cento del totale. Taranto (7,9 per cento), Bari (8,1 per cento) seguono in questa speciale classifica a perdere, realizzata secondo i dati dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.

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