24.9.12

I SERVIZI SEGRETI DI PRODI,
BERLUSCONI & MONTI

Foto web.

di Gianni Lannes

Dichiara non doversi procedere per l’esistenza di un segreto di Stato. Quante volte i giudici hanno sbattuto il grugno contro questo muro di gomma invisibile? Apposto, opposto,  inaccessibile, nascosto, negato, celato, occulto: vige l’imbarazzo della scelta, soprattutto quando imperversano particolari stragi. Il segreto di Stato quello militare, ma soprattutto Nato, sono la chiave dello Stato italiano che spalanca immensi buchi neri. In queste voragini istituzionali si sono sempre forzatamente arrestati i magistrati anche più volenterosi e senza guinzaglio. Allora, alla chetichella, mentre imperversavano gli anticicloni artificiali del padrone alleato nordamericano ed il popolo italiano fronteggiava la calura estrema, l’attuale presidente del consiglio dei ministri pro tempore, ha varato una normativa di riforma dei servizi segreti. Infatti, la Legge numero 133 è contraddistinta dalla data del 7 agosto 2012: «Modifiche alla legge 3 agosto 2007, n. 124, concernente il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e la disciplina del segreto».

Ovviamente il maggiordomo dei potentati finanziari internazionali, non ha fatto tutto da solo. La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato ed il presidente della Repubblica (uscente) Giorgio Napolitano (intercettato sfavorevolmente sulla trattativa Stato & Mafia, ossia la stessa medaglia), già aderente al massonico Aspen Institute, ha promulgato la norma, vistata dal Guardasigilli Severino. Tutto in regola, insomma, asseriscono loro.  Impressiona la celerità dei lavori preparatori: in politichese corrente si direbbe un accordo “bipartisan”.

Fulmini e saette - La cronaca istituzionale attesta che l’atto numero 5284 è stato presentato da Massimo D’Alema  alla Camera dei deputati il 14 giugno 2012:  esattamente 26 giorni dopo l’attentato alla scuola di Brindisi in cui ha perso la vita Melissa Bassi. Assegnato alla I Commissione (affari costituzionali), in sede legislativa, il 4 luglio 2012 con pareri delle Commissioni II, III, IV, V e IX. Esaminato dalla I Commissione, in sede legislativa, il 4, 5, 11, 12 e 17 luglio 2012 e approvato il 19 luglio 2012.Senato della Repubblica (atto n. 3417): «Assegnato alla 1ª Commissione (affari costituzionali), in sede deliberante, il 24 luglio 2012 con pareri delle Commissioni 2ª, 3ª, 4ª, 5ª e 8ª. Esaminato dalla 1ª Commissione, in sede deliberante, il 25 e 31 luglio 2012 ed approvato il 1° agosto 2012.

Il presidente del Copasir ha reclamato «Più poteri di controllo per il Copasir, anche sul segreto di Stato; piano di rafforzamento del ruolo del Dis (Dipartimento per le informazioni e la sicurezza, l’ex Cesis, ndr); alta attenzione alla minaccia cibernetica». Sono i tre punti principali di una proposta di legge di riforma dei Servizi segreti presentata dal presidente D’Alema. La legge quadro è la 124 e risale al 2007. Le proposte di D’Alema non vogliono stravolgere l’impianto, ma solo apportarvi correzioni che possono migliorarla sulla base della nostra esperienza». E così, Aisi ed Aise continueranno ad esistere: la prima agenzia seguiterà ad occuparsi della sicurezza interna e la seconda della sicurezza esterna. «Il potere di coordinamento del Dis va invece rafforzato» ha spiegato D’Alema. La ragione è che secondo il presidente del Copasir, «c’è una scopertura normativa con una frantumazione di competenze che vanno invece concentrate in quanto il rischio informatiche è alto». Riecheggia l’intervento del sottosegretario Gianni De Gennaro, ex direttore del Dis, che nel numero di febbraio 2011 sulla rivista Formiche, anticipato dal quotidiano Il Corriere della Sera (29 gennaio 2011) con il titolo "De Gennaro: la cyberminaccia ai nostri segreti" sproloquia sotto dettatura Usa. D’Alema e tutto il Copasir, giacché la proposta è stata presentata all’unanimità, puntava a rafforzare i poteri di controllo del Parlamento sull’Intelligence tricolore, attraverso il Comitato parlamentare. «Attualmente i membri del Copasir non possono neppure fotocopiare i documenti che i servizi segreti sottopongono, si fa per dire al controllo del Parlamento» rivela il senatore Caforio. I poteri del Copasir, sostiene D’Alema vanno aumentati anche in riferimento al segreto di Stato: «Proponiamo che presidente e vice presidente del Copasir abbiano accesso a tutte le informazioni in base alle quali il presidente del Consiglio giunge alla decisione di apporre il segreto di Stato: si può così evitare l’eccessivo ricorso, come talvolta avvenuto in passato, a questo strumento eccezionale». Infine, il testo del Copasir intendeva ricondurre sotto il controllo parlamentare anche l’attività di Intelligence svolta da organismi non appartenenti al sistema di informazioni per la sicurezza, come ad esempio Il RIS (Reparto Informazioni e Sicurezza) delle Forze Armate, il quale dipende solo dal ministero della Difesa. La montagna alla fine ha partorito in tutta fretta  il topolino. Intanto, il RIS, ovvero il sistema Echelon italiano creato dall’ammiraglio Fulvio Martini (coadiuvato da Uncle Sam) negli anni ‘80 non si tocca: è fuori giurisdizione della legge, anzi, lontano anni luce dal diritto.

Trucchi temporali - Incredibile. Il primo ministro golpista Monti Mario ha firmato una direttiva sulla base di un atto emanato dal predecessore Berlusconi Silvio (tessera P 2 numero 1816): la «Direttiva per l’attuazione delle disposizioni concernenti la tutela amministrativa delle informazioni coperte da segreto di Stato e degli atti relativi al segreto di Stato, contenute nel DPCM 22 luglio 2011, n. 4, pubblicato sulla G.U. n. 203 del 1° settembre 2011». Specifica Monti: «In ragione di ciò, le SS.LL. vorranno dare precise direttive affinché ogni procedura volta a sottoporre alle determinazioni presidenziali i provvedimenti in tema di segreto di Stato, sia di conferma del vincolo opposto all’Autorità giudiziaria dai soggetti legittimati, ai sensi degli articoli 202 e 256-ter c.p.p. e 41 della legge n. 124, sia di apposizione, ai sensi dell’art. 39, comma 4, della stessa legge, venga espletata per il tramite dell’UCSe, trasmettendo all’Organo nazionale di sicurezza, di cui all’art. 6 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 4/2011, tutti gli elementi conoscitivi utili all’espletamento dell’istruttoria».
Prima delle riforma di 5 anni fa, attuata dalla legge 124, l’ultima parola in merito competeva al primo ministro, poi la nuova legge ha ribadito il principio che il giudice, se il governo conferma la segretezza, può sollevare conflitto di interessi dinanzi alla Corte Costituzionale. Con la leggina estiva di Monti, questo potere decisionale torna nuovamente nelle mani del premier, appunto Autorità nazionale per la sicurezza e non dell’intero esecutivo. La normativa appena modificata continua a prevedere una nozione troppo ampia di segreti di Stato e non indica al governo criteri rigorosi per determinarlo nei singoli casi. Mentre in Spagna Zapatero non esitò a togliere il segreto di Stato su voli Cia, il governo Prodi decise di sollevare addirittura conflitto di attribuzione contro il potere giudiziario. Ed ora ha avuto torto. Si riapre il processo agli agenti del Sismi compreso il capo Pollari, sul rapimento di Abu Omar.

Per l’eternità  - La rimozione del segreto di Stato non cancella in automatico la classifica stabilita dall’intelligence: l’atto, dunque, può rimanere comunque inaccessibile. Va poi definito il termine dal quale vanno calcolati i 30 anni di scadenza. Non è affatto scontato, quindi che i documenti sul caso Aldo Moro (1978) - ammesso che ce ne siano col timbro segreto di Stato - siano diventati accessibili, come fu detto con clamore all’indomani della riforma nel 2007. Come per l’omicidio Moro e la strage della sua scorta, ci sono decine di altre vicende che già rientrano nel termine trentennale: la strage dell’Italicus (4 agosto 1974), di piazza della Loggia (28 maggio 1974), di piazza Fontana (12 dicembre 1969), l’omicidio di Mino Pecorelli (20 marzo 1979), l’assassinio dei giornalisti Italo Toni e Graziella De Palo (2 settembre 1980).

I progressisti sono democratici? Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 aprile 2008 (firmato in extremis dall’uscente Romano Prodi) - Criteri per l'individuazione delle notizie, delle informazioni, dei documenti, degli atti, delle attività, delle cose e dei luoghi suscettibili di essere oggetto di segreto di Stato - all’articolo 7, comma 2, stabilisce che «La cessazione del vincolo del segreto di Stato non comporta l'automatica decadenza del regime della classifica e della vietata divulgazione».

Se il segreto di Stato è “sovranazionale” potrà durare per un periodo superiore ai 30 anni previsti dalla riforma dei servizi segreti approvata nel 2007. A stabilirlo è la Relazione Granata (depositata al Copasir), incaricata dalla presidenza del Consiglio di valutare come comportarsi alla scadenza dei 30 anni previsti dalla legge. In barba alla legge risultano vigenti meccanismi tali da poter perpetrare quasi all’infinito il segreto di Stato.

In uno Stato di diritto la tutela delle attività di intelligence non può diventare immunità e impunità.


Direttiva sul segreto di Stato

DPCM 22 luglio 2011

Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana - Roma - Venerdì, 10 agosto 2012

1 commento:

  1. Una precisazione è d'obbligo: l'11 maggio 2012 il Consiglio dei ministri ha nominato sottosegretario di Stato, con la delega ai servizi segreti, Gianni De Gennaro, ex capo del Dis - dipartimento informazione per la sicurezza - l' ente che coordina Aisi e Aise. Gli succede al Dis Giampiero Massolo, ambasciatore e al momento segretario generale della Farnesina. De Gennaro in qualità di capo del Dis, l'anno scorso scrisse un articolo sulla "minaccia cybernetica".

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